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Ho giocato a Fortnite

Ho giocato a Fortnite

Fortnite è diventato virale e ho deciso di provarlo. Forte di un rodaggio non da poco su PUBG ho pensato che avrei avuto vita facile in un gioco simile.
Dopo un lungo download ho finalmente messo le mani sul gioco ed ora vi dirò che ne penso in questa recensione abbastanza seria. Forse.

Cosa è Fortnite?

E’ diventato famoso tra gli Youtuber e gli streamer legati al mondo del gaming. Molti di essi infatti hanno così trovato un modo per portare contenuti legati alla (momentanea) moda dei giochi basati sul concetto di Battle Royale.

L’impianto di base del gioco è molto simile a quello di PUBG, che abbiamo abbondantemente testato in gruppo. A scanso di equivoci sarò pedante: non è una copia spudorata del titolo che tanto amiamo (soprattutto Krez, lui non si arrabbia mai).

Alcune meccaniche sono piuttosto simili a quelle già sperimentate, come il dispiegamento via paracadute, ma a mio parere alcune differenze sostanziali come la fisica, il motore grafico e alcune scelte di gameplay salvano Fortnite dall’essere un mero plagio.

Sintetizzando Fortnite è un Battle Royale gratuito, giocabile in terza persona, con grafica cartoon, all’interno del quale un singolo (o una squadra) andrà a competere per la supremazia contro circa 96 avversari.

Ora che l’essenza del titolo è stata colta è il momento di analizzare (in breve) i punti salienti di questo gioco.

Grafica e sonoro.

La grafica è semplice e senza particolari pretese. L’aspetto è decisamente cartoon: l’impressione generale che si ha dall’utilizzo è quella di un titolo che fonde elementi presi da Team Fortress 2 con alcuni tratti più caratteristici. In alcune linee e nelle proporzioni di alcuni elementi sembra infatti di scorgere la mano di Tim Burton.
Sia chiaro: non sembrerà mai di essere uno dei protagonisti di A Nightmare Before Christmas armato di Scar-L. Solo in alcuni aspetti della composizione estetica sembra di rivedere linee già viste nei capolavori cinematografici dello sceneggiatore statunitense.

La composizione grafica è curata e non si notano clamorose compenetrazioni poligonali. Gli effetti legati agli elementi sono accettabili e non sfigurano nel loro complesso.
Per quanto mi riguarda la grafica passa il test. Non ci troviamo di fronte a qualcosa di stupefacente come fu il video di presentazione di The Division, ma tutto sommato fa il suo dovere.

Meno riuscito è invece il comparto audio: la campionatura dei suoni delle armi non è molto realistica ma comunque permette, con il tempo, di capire in modo abbastanza distinto che cosa stanno adoperando i nostri nemici per cercare di obliterarci.
Il suono della natura che circonda il giocatore è parimenti poco realistico, ma è così marginale da non essere un problema. Veniamo dunque all’aspetto più importante dell’impianto sonoro: permette all’utente di capire con sufficiente precisione cosa si muove intorno a lui? La risposta è si. Il suono dei passi, con diverse sonorità, permette di avere la consapevolezza dei nemici che ci si muovono intorno.

In conclusione posso dire di aver trovato il comparto sonoro meno soddisfacente di quello grafico, seppur entrambi alla fine riescano a fare ciò per cui sono pensati.
Visto che ho voglia di giocare a fare il professore darei un 7 alla grafica e un 6, un po’ risicato, all’audio.

Gameplay.

Ora che i maniaci del foto realismo hanno abbandonato parliamo delle meccaniche di gioco. Tutta la parte introduttiva è molto simile a quanto già visto in altri giochi, tralasciando lo shop, a cui però non ho nemmeno dato una scorsa rapida.

In puro stile PUBG ci troviamo su un pulmino scolastico in stile americano, circondati da altri giocatori e da pessima musica Pop. A differenza di PUBG non vi è chat vocale all’interno del mezzo, per cui ci si risparmia infiniti ‘School, school school’ e ‘Suka Blyat’.

Una volta a terra le meccaniche di base sono quelle del looting, già visto molteplici volte, e dello scavenging, componente innovativa di questo titolo. I pezzi di equipaggiamento che si possono rinvenire all’interno della mappa sono di differente rarità (vedi foto sotto) ed hanno, proprio in relazione alla loro qualità, delle differenti statistiche. Nell’immagine si può notare l’evoluzione di un’arma molto diffusa all’interno del gioco. Un punto a favore di Fortnite è che non è così raro trovare armi leggendarie: esse sono piuttosto diffuse e, da sole, non fanno la differenza tra vittoria e sconfitta.

Se le meccaniche di looting e di costruzione di un inventario sono più o meno note a tutti non si può dire lo stesso di quelle di scavenging. Al giocatore è infatti consentito di smontare elementi della mappa per ottenere materia prima grezza.
Lo smantellamento di una componente estetica della mappa può infatti conferire legno, laterizio o metallo. Tramite questi materiali sarà possibile costruire on the fly un rifugio con cui proteggersi dagli attacchi nemici oppure delle strutture in grado di permetterci di raggiungere luoghi inaccessibili.

Esperienze personali.

Devo essere sincero: pensavo che il livello generale dei giocatori fosse molto più basso. Forte di decine di ore spese su PUBG ero convinto che avrei saputo fare molto bene e senza alcuno sforzo.
Ero sicuro che un luogo in cui nessuno avrebbe potuto eliminarti sdraiato nell’erba fosse un piccolo paradiso artificiale. L’evidenza insegna che mi stavo decisamente sbagliando.

Dopo un po’ di rodaggio, qualche bestemmia e un pugno sulla scrivania sono però riuscito a prenderci la mano. Tre partite in top 5, ognuna con un numero dignitoso di eliminazioni.
Non sono ancora stato capace di cogliere la Vittoria Reale perchè sono, dopo tutto, ancora un nOOb.

La parte che per ora mi è più oscura è quella legata alle costruzioni. Ho sempre sostenuto che nascondersi in un cespuglio fosse la tecnica migliore per sopravvivere e per far incazzare Krez, per cui la creazione di un gigantesco forte mi disturba un po’.
Si tratta di scegliere uno dei due aspetti di questo trade off: da una parte la sicurezza che un sacco di muri in metallo forniscono, dall’altra parte l’invisibilità. Io mi sono sempre trovato più a mio agio con un basso profilo. C’è da aggiungere che però, una volta che si ingaggia un combattimento in campo aperto la capacità di crearsi artificialmente delle protezioni risulta di fondamentale importanza.

Come ha scoperto anche il buon Koc, dopo alcune sonore sberle che ci siamo presi insieme in live. Una delle peggiori mai registrate. Però potete farvi qualche sonora risata guardandoci fallire tantissimo.

 

Conclusioni.

Il gioco secondo me passa in modo dignitoso il test. Fortnite infatti è:

1) Gratis.
2) Ha una grafica onesta.
3) La mappa ha la giusta dimensione.
4) Il gameplay è piacevole.
5) Supportato e aggiornato.
6) Ho già detto gratis?

Cioè, seriamente, cosa volete di più per un titolo che potete scaricare liberamente? Per quanto mi riguarda, vale la pena scaricarlo anche sopo per fare un tentativo.
Per carità, il gioco non è perfetto, vi sono alcuni difetti che lo caratterizzano. Secondo me i più rilevanti sono:

1) Download eseguito a velocità indegna per essere nel 2017.
2) Talvolta i server hanno problemi di lag.
3) Meno giocatori rimangono più è una camperfest.
4) Non vi è la possibilità di creare server dedicati con restrizioni particolari.

Nonostante la votazione sia sufficiente ci siamo resi conto che non è un gioco adatto a noi, sia perchè nessuno ha intenzione di impegnarsi per scalare la curva di apprendimento, soprattutto a causa dell’ultimo punto: non essendo un gioco adatto ad una LAN non lo useremmo se non in qualche sporadica occasione. In più, già possedendo PUBG questo rimarrebbe come un inutile doppione. Se foste però soli a casa ed annoiati, se non aveste voglia di trovare ‘fuck buddies in Trofarello’ allora potrebbe valer la pena. Nel caso fateci sapere che ne pensate.

Continuate sempre a seguirci, per i futuri update.

-Evo-

Capo Redattore

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