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Insurgency. La guerra al tempo delle Teamkill.

Insurgency. La guerra al tempo delle Teamkill.

Questo articolo è particolare. Non è stato scritto da nessuno di noi core members. Un amico con cui spesso giochiamo ci ha chiesto di poter partecipare e questo è il suo banco di prova.
Il gioco di cui parliamo è… è nulla. Ve lo descriverà lui. Per cui, ecco a voi Insurgency.

Dai deserti secchi agli altopiani innevati, il Medioriente mal tollera la presenza degli occidentali nelle loro terre. Cellule di patrioti, di nazionalisti, di estremisti religiosi o di gente in cerca di vendetta stanno prendendo le armi per liberare Kandagal, Dry Canal, Bhuritz o altre regioni il cui vero nome è stato sostituito con uno in codice.

Il gioco.

Insurgency nasce come mod di Half Life 2 e diventa un titolo stand alone nel 2014. Il gioco simula combattimenti su piccola scala concentrandosi più che sull’epicità e la grandiosità (Medal of Honor) sulla difficoltà tecnica. Mirare e sparare non sono azioni facili. Ma ancora più difficile è vincere. Non è un gioco arcade, qui è necessario che ognuno faccia la propria parte. Il sacrificio è necessario e soprattutto è necessaria coordinazione tra compagni di squadra.

Non c’è nessuna comodità: nessuna mira assistita, nessun indicatre di esplosione, nessun nome dei giocatori, nessun HUD. Il rinculo dell’arma è forte e difficile da controllare e i tuoi compagni possono sbagliare e ucciderti. Questo è Insurgency, polvere ed esplosioni.

Ogni team è diviso in squadre (in base al server il numero varia) e ogni squadra ha classi ben definite il cui armamento può essere comprato con dei punti requisizione individuali (un tempo erano di squadra, poi hanno capito che non era cosa). Con armamento intendo tutto, dalle protezioni, ai gadget, al munizionamento, il gibernaggio e le ottiche. Ogni oggetto ha un costo che va da 0 a 7 punti e che impone un minimo di gestione delle risorse e di calcolo di efficienza.

Il gioco è spietato: andare in guerra con l’equipaggiamento sbagliato significa morire come un idiota. Sul morire come un idiota voglio aprire una parentesi: Insurgency, in base alla protezione e all’anatomia delle killbox, permette un minimo di assorbimento del danno, ma è basato comunque sull’assunto “un colpo un morto”. Non potete fare gli splendidi. L’armamento è asimmetrico, premia con la gittata gli insorti ma con la versatilità le forze di sicurezza, strizzando l’occhio agli anni ’90.

Gameplay.

Il gameplay è semplice, WASD, più Q ed E per sporgersi, è poi possibile accucciarsi e sdraiarsi Movimenti che possono salvarci la vita o fregare gli avversari. Inoltre è possibile selezionare la tipologia di fuoco, in base all’arma. I movimenti però sono realistici, sono “lenti”. Ricaricare un’arma è un momento di panico, poiché qualcuno potrebbe comparire improvvisamente e uccidervi. Anche l’animazione del lancio delle granate si prende i suoi tempi. Quando si muore è possibile rinascere finché la fazione ha wave disponibili che si attivano a intervalli di tempo prestabiliti. Quindi si rinasce a blocchi e non singolarmente.

Le mappe presenti sono molte, con la variante notturna e diurna e piene di passaggi, nascondigli e scorciatoie. Dopo duecento ore di gioco non potrete dire di conoscerle bene, il che rende il tutto molto divertente e imprevedibile. Le mappe sono pensate per essere complicate da affrontare, per concedere un vantaggio ad alcuni e spingere gli avversari a organizzarsi e ad usare la testa.

Modalità di gioco.

Il gioco offre un’esperienza molto varia che si divide in Cooperative (PVE) o Multiplayer (PVP). Le modalità sono a loro volta graduate in gradi di difficoltà secondo la gestione delle wave di rinforzo. Il Multiplayer si distingue in Sustained Combat, dove vi sono molti rinforzi disponibili e possono anche essere acquistati in gioco, oppure Tactical, dove i rinforzi sono assenti o possono essere conquistati solo con gli obiettivi.
La modalità Cooperative è un’utile e difficile palestra per il Multiplayer. Si ha a disposizione un’esperienza di gioco completa, con una gestione delle wave più stringente del Multiplayer e che obbliga a lavorare in squadra. ANche in questo caso vi è una divisione in tre tipologie: Classic, Hardcore ed Elite.

In base alla tipologia poi, esistono delle missioni specifiche, molto diverse tra di loro, che spingono a variare il proprio armamento e il modo in cui si gioca. Parliamo di una media di 4 missioni per tipologia. Ad essere onesti non tutte le missioni hanno la stessa fortuna. Spesso la selezione viene influenzata dalla mappa: in ogni caso ne esce lo stesso una notevole varietà.

Considerazioni tecniche.

Parlando di grafica è buona per quanto riguarda gli ambienti, ottima per le armi, mediocre per le persone. Non è un difetto, è voluto. Vedere i nemici, specie lontani, non è facile. Ed è ancora più difficile distinguere se uno è amico o nemico. Per migliorare la visibilità dei soggetti è necessario mirare. La mira focalizza l’attenzione su un punto ma peggiora la visione periferica, quindi occhio a stare sempre in mira, potreste non vedere il nemico che avete accanto.
Nel complesso è godibile, un po’ retrò, senza fronzoli. Il motore grafico ricrea, di per sé, un limitato motion blur che rende difficile vedere in condizioni di cambiamento di luce e mette in vantaggio chi sta al buio.

Sembra sia in sviluppo un’espansione, Sandstorm, che dovrebbe portare la grafica a standard odierni e aggiungere veicoli ed elicotteri.

Considerazioni personali.

All’inzio il gioco mi ha preso perché era quello cercavo, qualcosa di realistico e difficile ma senza dover perderci la testa. Mi sono reso conto, giocando, che è come un classico dei giochi da tavolo. Poche regole semplici ma infiniti modi per usarle.
Giocando s’impara e si impara pure velocmente, sebbene ci sia sempre qualcuno che ti insegna qualcosa di nuovo. Non mi ha mai frustrato, anche se la convivenza con alcuni giocatori non è sempre facile.

Ho imparato giocando su server con 300 di ping, in handicap match, per poi passare ai server europei e russi. I russi sono i giocatori di Insurgency. Sono tantissimi, sono bravi e sono cattivi. Quando riesci a stare dalla metà in su della classifica con i russi ti senti come essere in “diamond”. In ogni caso il gioco è bello se giocato con gli amici. Acquista veramente qualcosa di più, ma diversamente da altri titoli anche in solitario regala grandi soddisfazioni e non stufa per nulla. Poi vedere Evo saltare sulle granate è impagabile. (Suca. ndr)

Personalmente non so cosa attiri di Insurgency, eppure piace. Soprattutto ai russi.  Anche giocatori che non amano i simulativi apprezzano il gioco, apprezzano la gestione delle mappe e il sistema di rewards. Il gioco è brutale, ma senza mai essere così difficile da volerlo lasciare da parte. Spinge sempre a migliorarsi, a capire determinate dinamiche e che concede a tutti i giocatori di imprimere il proprio stile di gioco senza che il meta lo fagociti. È un gioco in cui usare la testa è più importante di saper sparare, dove le kill valgono molto meno degli obiettivi (anche in punti) e dove mettere pressione all’avversario può cambiare e sorti della partita.

Si, ma chi ha scritto questo papiro?

Mi sembra giusto anche presentarvi l’autore, per tutti coloro che ancora non lo conoscono. Vikingearth: un nerd ventenne con una adolescenza videoludica strappata via. Ha potuto cominciare finalmente ad avvicinarsi agli FPS da poco. La sua connessione da 700Kb gli avrebbe fatto laggare anche Prato Fiorito on-line. Lasciamo però che a descrivere le sua abilità videoludiche pensi lui stesso.

Dice di se: ” … mi reputo scarso dal solitario in poi, tranne a che a Pinball, là sono forte forte. Grazie ad un’adolescenza passata nelle strade di una favela digitale sono un giocatore analogico con la battuta cattiva sempre pronta, accompagnata da una pessima mira. Sono appassionato di spara tutto realistici e GDR. Mi reputo un giocatore tattico, lento ma analitico, che soffre il gioco frenetico. Apprezzo lo studio delle dinamiche e del meta …”

A tutti voi, grazie per essere stati ancora una volta con noi. A presto per un nuovo articolo, continuate sempre a seguirci.

-Evo- & -Vikingearth-

 

Capo Redattore

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