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The LAN Party chronicles – Vol IV.

The LAN Party chronicles – Vol IV.

Bentornati a tutti, ecco a voi un’ altra puntata delle cronache delle LAN party, in cui cercherò di riportarvi nel modo più epico possibile il resoconto dell’ evento, dalla spesa alle pulizie finali.
LAN non delle più fortunate a causa del numero dispari di partecipanti, che ha dovuto puntare più sulla demenzialità che sull’ agonismo per bilanciare la mancanza di uno dei componenti;  mettetevi comodi e preparatevi ad essere catapultati nel mondo di Alice in Nerdland.

Le premesse erano assolutamente le più rosee: otto giocatori e la possibilità di registrare tutto ciò che sarebbe avvenuto ci avevano gasato a dovere, proprio come la riconversione delle nostre mappe di Modern Warfare, finalmente approdate su Modern Warfare 2.
La spesa comincia bene: la mancanza di Krez si fa sentire ed il quadro generale degli acquisti è facilmente delineato, senza che lui cominci a fare le alzate frontali con il carrello:  avendo tutto pronto a casa dobbiamo prendere solo qualche schifezza da mangiare, birra e acqua; facile no?  Alla fine dopo un ora e mezza, decine di corsie percorse, un Berlucchi in offerta e 20€ più di quanto avevamo preventivato di spendere siamo fuori; ancora un paio di ore e si comincia sul serio.

Poiché ormai siamo un gruppo altamente specializzato Pakken ha ritenuto idoneo farci una simpatica piantina per spiegarci come andavano collegate le spine,  e nel tempo servito a Koc e Giokawa per tradurre in un linguaggio comprensibile alla massa cosa volesse dire ” collegamento a cascata” Kreznar, come un emulo Prometeo aveva portato a termine un pericoloso viaggio nel mondo esterno per portare la corrente a tutti noi poveri mortali, tra il freddo e le insidie di un buio sottoscala.
Superate le incertezze iniziali, messi in rete i PC, insultato chi si era presentato senza aver installato GRID,  era davvero il momento di tirare fuori gli UMP45 e cominciare a sparare.

Smooth as silk. Ormai dopo anni di rodaggio Modern Warfare è una sicurezza: “copy – paste – play -repeat” e siamo tutti su Bog, riesumata da MW, a rievocare i bei vecchi tempi, quando aprendo la porta dello stanzone in cui giocavamo sembrava di entrare in un jazz club di Manhattan: tanto fumo ed alcolici, ma niente jazz.

L’ ignoranza non tarda a divampare: una volta ripresa confidenza con le dinamiche di gioco è tempo di riesumare la mappa Favela, e tra un “Rangers, lead the way” ed un “Atirando uma granada de mão”  si mette in chiaro chi comanda. Le partite a squadra risultano sbilanciate a causa della mancanza di un giocatore, per cui con somma gioia di Krez che, “mo vi accoltello tutti, io ve l’ hoddetto” si passa da TDM a Gun game su Rust: soldati addestrati che si trasformano in scimmie che corrono in tondo e saltellano grottescamente cercando di evitare di morire male; caroselli inframezzati da bestemmie e insulti, come nel vero e sano spirito competitivo di Call of Duty.

Nessuno emerge come dominatore, a turno vincono un tutti, e così passano le prime ore di gioco: alle 04:00 ci rendiamo conto che forse è ora di stipulare un trattato di pace e andare tutti a dormire, così, avvolti nei sacchi a pelo, ci godiamo qualche ora di sonno, e Giokawa che russa a parte, non si ode più un suono nella campagna torinese.

Fino all’ ora di pranzo l’ unico dato notevole è la quantità di caffeina consumata per svegliare il cervello, che mischiata ai Pan di Stelle ed alle patatine al gusto Cheeseburger ci ha tenuti svegli e più o meno lucidi; nessuna giocata epocale, nessuna vittoria rubata all’ ultimo secondo; come i piloti prima di una gara ognuno ripassa mentalmente cosa dovrà fare più tardi, quando l’ atmosfera si animerà davvero ed i coltelli cominceranno a volare anche in real life; nel mentre due teglie di torte salate ci tengono degnamente compagnia, accompagnate da birra e succo ai frutti di bosco.

Arrivano infine le 18:00, il sole e basso, l’ atmosfera muta in maniera impercettibile: è ora di decidere a chi toccherà uscire a comprare la cena in una serata che sembra arrivare direttamente dal set di Silent Hill; nessuno vuole abbandonare la comodità dello stanzone, nessuno ha voglia di fare il pizza pony questa sera.
Gli insorgenti brasiliani ci prestano la loro Favela per il primo combattimento, che si chiude sul filo del rasoio con un Kreznar che elimina Evo, anche egli prossimo alla fine, obbligandolo a sfoggiare il suo charme per ordinare 6 pizze a base di salame, cipolla, brie e speck. Perché tutti quanti noi amiamo il cibo sano.

Su Bog si scatena quindi l’ apocalisse per decidere il secondo dei tre match previsti, e come al solito il mucchio della spazzatura incendiata non delude: in un atmosfera più angosciante di quella della presa della Bastiglia, raccontata nel cartone di Lady Oscar, Evo decide infilando una coltellata a Zio Malge, approfittando di un Gunfight per avvicinarsi non visto.

Dall’ ambientazione afghana ci si sposta su Scrapyard, e col passare del tempo cresce la propensione di Giokawa ad imboscarsi negli angoli bui  per non perdere. Combattimento serrato, spawn ed uccisioni che si susseguono, esplosioni, insulti e velate minacce sono la cornice all’ evento, deciso ancora una volta da Evo, che spedisce Heka per direttissima nella nebbia insieme a Zio Malge. Sembra finita, ma vi è un problema: ne Heka ne Zio Malge hanno l’ auto: ci vuole un ultimo match per decidere il fortunato autista, e Giokawa non può ancora dirsi salvo.

Su Scrapyard si compie così il destino di Koclife, indomito ma sconfitto dalla sfortuna e da un coltello da lancio di Kreznar che lo circoncide ( letteralmente) dopo un rimbalzo impossibile, consegnandolo alla nebbia che avvolge il crepuscolo.

Il vero vincitore è Giokawa che festeggia con uno shot di succo alla pesca e una manciata di patatine: per lui il vero risultato è stato non dover farsi una gita serale in pizzeria, e ora su Grid è lui tra i favoriti, pronto a contendere  il titolo a Evo e Zio Malge, diretti avversari nella competizione.

La prima serie di gare per scaldarsi è una serie di cinque circuiti che prevedono una gara da punto a punto, dalle scogliere californiane alle montagne giapponesi, con la strada che si snoda tra foreste e baratri a picco sul mare: il campionato è costellato da scontri degni di Carmageddon, con i perdenti che precipitano nel vuoto, con un misto di improperi e rassegnazione. Da sottolineare la brillante performance di Koclife che si ritrova perfettamente nel suo elemento, sbarazzandosi con maestria dei suoi avversari e portando a casa punti su punti, che gli permettono di agguantare il terzo gradino del podio al termine del campionato, nell’ indignazione di tutti i partecipanti.

Dopo il riscaldamento, taroccate le Alfa Romeo Giulietta in dotazione una sola frase risuona nella stanza:    “Gentlemen, start your engines“.

Lo Yas Marina F1 Circuit è il primo banco di prova per le due squadre che vedono contrapposti Evo – Krez e Pakken a Heka – Koclife – Zio Malge e Giokawa.  Gli insulti cominciano a piovere a partire dalla seconda curva, e tra contatti e penalità per il taglio della curva il gruppo è già sgranato; lotta maschia tra Evo e Giokawa che lasciano il vuoto dietro di loro, mentre alle spalle Koclife tiene banco, facendo strage dei temerari che gli si avvicinano troppo.
Come da copione metà dei partecipanti non arrivano al traguardo, e i pochi fortunati che vedono la barriera a scacchi sembrano usciti dalla battaglia del Reichstag.

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La seconda tappa si corre in Austria, al Red Bull Ring, circuito con le due curve più temute di tutto il campionato: la Castrol Edge e la Remus. La griglia di partenza invertita rispetto alla classifica generale aiuta coloro che hanno meno punti a colmare il gap che li divide dai primi, e permette a chi è in lotta per vincere il campionato di sopravvivere al massacro della curva Castrol:questi ultimi non devono che limitarsi a schivare i rottami dei piloti che hanno incontrato la loro fine sulle barriere.

Il resto del circuito vede un susseguirsi di azioni pulite senza scorrettezze: c’è poco spazio per gli errori, con solo cinque gare ogni punto è importante. Alcuni sorpassi degni di nota tra la Pirelli e la Würth, con le auto che appaiate le percorrono entrambe per arrivare alla Red Bull Mobile più vicini possibile: l’ ultima curva viene percorsa ( nel gioco) in completa accelerazione e può portare al sorpasso dell’ avversario proprio sulla linea del traguardo, come insegna Kreznar, mangiandosi Koclife sotto la bandiera, aiuta Evo a colmare il distacco tra le squadre. Krez festeggia quindi il terzo posto con sobrietà, con un balletto che quasi ricorda il carnevale di Rio, ma senza coriandoli e trans.

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La terza tappa la corriamo nel Circuito di Indianapolis, una delle mecche dell’ automobilismo sportivo.
La griglia vede in pole position Pakken, seguito da Heka, Koclife, Krez, Zio Malge, Giokawa ed Evo.
La bagarre alle curve 2 – 3 – 4  mischia subito le posizioni in griglia; il buon Koclife toglie a Krez, Heka e Pakken ogni possibilità di guadagnare ulteriori posizioni in classifica, eliminandoli dalla competizione.
Due rage quit istantanei portano Evo a rimanere unico elemento della sua squadra, con Kreznar su Youtube a guardare un paio di compilation del’ NBA e Pakken sul divano a fumare, utilizzando il tempo per descrivere con simpatici aggettivi le qualità agonistiche di Koc. Al termine della gara Giokawa, Heka, Zio Malge e Koc hanno matematicamente vinto il campionato piloti, Evo e Giokawa si contendono quello piloti; le ultime due gare servono solo per vendicare i torti subiti.

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La penultima tappa si corre nel Circuito Internazionale di Algrave, riconoscibile a causa dell’ elevato dislivello e dalle numerose curve cieche. Kreznar si cala nei panni di Beatrix Kiddo e, come in Kill Bill, affila la sua Katana per prendersi la sua vendetta, pronto a sconfiggere i 99 Folli per soddisfare la sua sete di sangue. Senza guardare in faccia nessuno, dritto per dritto, più determinato dei Templari alla conquista di Gerusalemme, e compiuta la sua vendetta nella stanza stanza sembrarono risuonare le note di Twisted Nerve.

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L’ ultima tappa del campionato, si è disputata su un fantomatico circuito cittadino a Parigi, ed è stato più che altro un esercizio di cattiveria e scorrettezza: con il campionato virtualmente chiuso al termine della gara di Algrave ognuno era libero di dedicarsi a piacimento ad affinare la propria tecnica eliminazione dei contendenti, competizione che ovviamente non sto nemmeno a dire da chi è stata vinta.
Il campionato di Grid termina così con Evo vincitore del titolo piloti, e Giokawa, Heka, Zio Malge e Koclife vincitori del campionato di squadra, con un Giokawa che da solo ha racimolato il 60% dei punti conquistati dalla squadra.

Come da consuetudine dopo il torneo di Grid la tradizione vuole che l’ impegno seguente sia con Fifa, con un torneo di 7 giornate: tutti i giocatori che si affrontano con squadre diverse per eleggere un unico vincitore finale.

Torneo che vede poche reti segnate rispetto alle scorse edizioni: un innalzamento delle capacità di quasi tutti i player ha comportato partite con tantissime azioni salienti ma pochi goal; alla fine della quarta giornata sono rimasti realisticamente in grado di competere per il titolo solo Pakken, Zio Malge e Kreznar, che perde lo scettro virtuale alla quinta giornata, pareggiando proprio contro Zio Malge, e a causa della sconfitta contro Pakken nella terza giornata, è costretto a cedere il passo ad uno scatenato Zio Malge, che con 18 punti si porta a casa per la prima volta il trofeo di campione del Fifa challenge.

E mentre il vincitore sollevava la sua coppa sullo sfondo comparivano le parole ” No controller was abused during this competition” ad esclusivo elogio del buon Krez che anche stavolta ci ha messo il cuore, e non ha spaccato nulla dopo aver perso con Pakken.

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Dopo un necessario caffè all’ 01:00 del mattino rimaneva solo più da tirare fuori i controller per un paio di partite a Nidhogg e GangBeasts, giusto per ricordare come l’ ignoranza sia sempre di casa; con alcuni giocatori che cominciavano a cedere alla stanchezza per le fatiche della giornata si andava a spegnere un’ altra edizione della Feliz Navidad.
Picchi di molestia ed ignoranza non da poco, e mentre man mano la gente si addormentava c’ era chi pensava come i bimbi a quando sarebbe arrivata un’ altra Lan,  altri che pensavano a come si sarebbero vendicati al prossimo incontro, e altri ancora che si limitavano a sbavare nel sonno, insomma, come al solito, Feliznavidad: sempre sul pezzo.

-Evo-

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Capo Redattore

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