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The LAN Party chronicles – Vol II.

The LAN Party chronicles – Vol II.

Mancano solo più gingue minudi.

Questa frase è diventata il simbolo di una delle nostre LAN più riuscite di sempre: Far Cry 2 ci ha regalato 24 ore di ordinaria follia, con contorno di RPG, deltaplani, Thumper e fucili ad aghi.

Era la seconda volta che ci riunivamo, circa sei mesi dopo il successo del primo tentativo, che aveva visto Giokawa passare la notte a spiedinare inermi avversari su Medal of Honor. Decidemmo che eravamo grandi a sufficienza per passare ai grossi calibri: 8 giocatori si erano così riuniti per affrontarsi sui campi di battaglia di Modern Warfare e Far Cry2.

Ad oggi il materiale umano è molto migliorato: siamo in grado di porre rimedio a qualsiasi inconveniente si presenti ( In verità solo Koc e Pakken sono capaci, noialtri mangiamo patatine aspettando che il pc si aggiusti. ndr) e quindi un banale errore dato dal fatto che all’ avvio del gioco non è stato inserito alcun Jack audio viene risolto alla stessa velocità con cui Giokawa sta male dopo aver preso birra ed aspirine. La LAN all’ epoca cominciò sotto i peggiori auspici, negandoci la possibilità di usufruire di Call of Duty poichè un misterioso bug bloccava l’ esecuzione del programma; la mattinata passò fin troppo in fretta: gli unici suoni che si sentivano, oltre al cibo che veniva triturato, erano le bestemmie di Pakken, che si era fatto punto d’ onore nel volerci far giocare, e che si trovava nell’ impossibilità di mantenere la promessa.

Alle 11:45 decidemmo che il programma andava rivisto d’ urgenza così, mentre ci pascevamo col nostro cibo spazzatura, 8 copie di Far Cry venennero installate a velocità di curvatura sui pc. Forse per il fatto che eravamo mentalmente preparati a giocare a Call Of Duty ci accostammo al titolo Ubisoft con un po di sfiducia e pregiudizi, sicuri di averci rimesso non sospettavamo che ci si stavano per aprire davanti 12 ore che avrebbero delineato i ruoli di ognuno di noi per gli anni a venire.

Per quanto ad oggi notevolmente superato Far Cry 2 aveva allora un comparto multiplayer decisamente all’ avanguardia, che permetteva numerose inteazioni tra il player e la mappa stessa, con depositi di approvvigionementi e veicoli sparsi sul territorio, un’ idea di gioco simulativo attenuata da elementi più spiccatamente arcade che permetteva un’ esperienza bilanciata e alla portata anche di chi, come noi, era praticamente alla sua prima esperienza multigiocatore.

La prima partita in assoluto era in una specie di gigantesca coltivazione illegale di erba, che per spirito creativo dei programmatori faceva anche da discarica di pneumatici, e vide le nostre schermaglie controllate da una voce che ci ricordava di dare la nostra vita per la libertà dell’ Africa in perfetto falsetto, direttamente uscito dal peggior B-Movie di questa terra.
” Mangano solo biù gingue minuti” e ” Non dadegli dregua” sono le frasi che scandivano quelle ore in cui cominciavamo a prendere le misure del gioco, in cui Sobber faceva tremare tutti col suono del machete e Giokawa faceva pratica di Tuber a nostre spese.

Appena il menù di personalizzazione del player veniva sbloccato ci divertivamo a variare il nostro stile di gioco: una volta raccolto un certo numero di diamanti veniva offerta la possibilità di spenderli in migliorie nell’ equippaggiamento, e così è più o meno come andò:
Pakken, Sobber, Krez e Giulio optarono per kit polivalenti da assaltatore, -MOZ- scelse la cosa più simile ad un RPD che il gioco offriva, Giokawa si orientò sugli esplosivi, ricevendo un fcile da assalto meno potente, coadiuvato da Thumper e molotov, e infine Evo decise che era ora di cominciare a giocare con il Fucile ad aghi, poichè risultava non visibile sulla mappa. Erano così appena nati 4 lamer, un tuber, un camper e… non so come potremmo definire la scelta di -MOZ- se non come un’ omaggio alla figura del milite russo, che abbandona la Rodina vomitando piombo.

Gli scontri più belli erano quelli che avvenivano in città: Nei terreni pieni di edifici si sviluppavano insane gare con le Jeep, i nostri compagni da tetti e campanili sparavano e bruciavano tutto ciò su cui potevano mettere le mani, trasformando la mappa in un variegaro arabesco di fuoco. Gli esplosivi erano usati per minare tutti gli oggetti potenzialmente utili per il nemico, come i pozzetti delle munizioni, che venivano fatti esplodere mentre qualcuno ci si riforniva, mandando lo sventurato diritto nell’ iperuranio, accompagnato da una litania funebre risonante di bestemmie.

l’ U.F.L.L. e l’ A.P.R. avevano trovato in noi degne personificazioni della loro sregolatezza; nonostante giocassimo solo in TDM il body count passava nettamente il secondo piano rispetto al divertimento legato all’ inseguire qualcuno per tutta la mappa e infine investirlo con la brutta copia di una FIAT 126, schivando i razzi che i suoi compagni tiravano come se non ci fosse un domani, più per rendere la scena epica che per cercare davvero di fermarlo.

Tutto terminava in fiamme ed esplosioni, con un flavour di razzismo, decadenza e insanità che riesco ancora a sentire distintamente ora che scrivo, a distanza di anni.

Esperimento riuscito, Dakika tano kupita, sisi alishinda, juu ya na nje.

-Evo-

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Capo Redattore

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