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Un Lucca Comics Bello… Bello… Bello… Powered by Heineken.

Un Lucca Comics Bello… Bello… Bello… Powered by Heineken.

E’ la mia terza gita in quel di Lucca per assistere al Comics and Games e, anche se sono un novellino di fronte a tanti partecipanti di lungo corso, ho cominciato a capire come funziona la manifestazione.
Anzi, avrei dovuto sapere come funziona la manifestazione, ma per essere sinceri non si smette mai di imparare qualcosa di nuovo.
La lezione di quest’anno è: mai comprare del vino bianco in un bar gestito da cinesi. MAI.

Salterei il preambolo e passerei direttamente alla parte in cui, usciti da una galleria, siamo stati baciati dal sole, lasciandoci definitivamente alle spalle il grigio e la pioggia che ci aveva fin li accompagnati. Sulle ali di importanti argomenti di conversazione, disquisendo dei massimi sistemi e rimembrando poetiartisti e statisti della storia contemporanea siamo arrivati a Lucca in orario perfetto, giusto in tempo per assistere alla fine della messa.

Il giro delle mura.

La prima tappa è stata l’equivalente del Bar Sport al fondo di Corso Settembrini.
Col senno di poi non è stata una decisione così azzeccata, ma in questa sede soprassederemo. Non avendo voglia di infilarci diretti per le vie del centro abbiamo optato per una passeggiata sulle mura. Aria fresca e bei costumi, cosa mai avrebbe potuto andare storto? Cioè, nulla di catastrofico, ma sono abbastanza convinto che ora il proprietario di un chiosco per la vendita di birra adesso giri in Porsche.

Ammirando la genialità e la sobrietà dei costumi abbiamo concluso il nostro giro, fotografando cosplay ed evitando tutti i promotori commerciali. Quasi tutti. Una menzione d’onore va alla pr che è stata quasi in grado di agganciarci, salvo vederci esplodere in risate scimmiesche al suo ” .. dovrete interagire con la bacchetta di Harry Potter .. “. Anche se non leggerai mai sappi che ci eri quasi riuscita a convincerci.

Nell’ilarità generale abbiamo proseguito, lasciando alle nostre spalle una promessa infranta. Anche se avevamo giurato che saremmo ritornati lei non ci ha visto più. Un passo alla volta, un sorso alla volta, abbiamo continuato a farci largo tra uomini seminudi dipinti e ragazzine con la faccia disegnata col mascara. Lucca, Halloween 2.0.

I secoli bui.

Non sapevo se raccontare proprio tutto. Non volevo platealmente infangare la reputazione di persone che potenzialmente possono hackerarmi anche la sigaretta elettronica. Mi ha convinto una perla di saggezza di Darkman: ” … Di quale dignità stiamo parlando? Vai a cannone … “. Vi narrerò di un momento buio, iniziato con un calice di vin.. Tavernellaccio bianco e terminato con Zio Malge che si rotolava dal ridere vicino a un cesso chimico, sotto l’occhio vigile della Canon di Koc (si, ci sono le prove).

Il mischione di vinaccio e birra ci ha regalato due ore di euforia e mentre l’alcool prendeva il controllo delle nostre azioni abbiamo potuto ammirare il meglio che la città possa offri.. no, in verità siamo stati impegnati in attività di spessore come cercare di farci inciampare l’un l’altro e scalare il fossato della cinta muraria in una gara di agility. Non sono stati momenti sprecati: abbiamo potuto desumere importanti lezioni da tutto ciò. Ad esempio abbiamo imparato che la vita di un cane da riporto è più complicata di quanto non si possa pensare. Lo abbiamo scoperto forse nel nostro momento più buio, pregni di birra, tentando di raggiungere una bottiglietta a metà di un pendio erboso.

Il fulgido splendore del nostro più giovane virgulto è stato incentivato dall’alcol. L’occhio più azzurro e il capello biondo di Albertbucker sono stati una calamita: per ogni cosplayer gnoccanci pregava di fermarci per immortalare l’attimo. Sono orgoglioso di dire che mai vi fu il tentativo di abusare dei cuori gettati così oltre l’ostacolo. Mentre io mi fotografavo coi figuranti della Wermacht, Zio Malge con Bud Spencer lui attirava la migliore Lara Croft in circolazione. Questione di feeling credo.

Ma l’alcol non ci ha fermati. Non ci hanno fermato nemmeno gli scalini, anche se abbiamo rischiato parecchio. Abbiamo proseguito diritti verso il nostro obiettivo**, così come fanno i veri eroi di fronte alle difficoltà.

Raga, Uzagh ha anche una faccia.

“Stremati” dalla lunga camminata, decidiamo all’unisono di trovare dove mangiare. Alla fine usciamo con l’equivalente del nostro peso corporeo in focacce dallo stesso negozio in cui Peine si era perso il panino due anni fa. Dando prova di grande maturità e saggezza questa volta controlla due volte prima di uscire in strada. Invece di perdere del cibo riusciamo a darci un gancio con un amico di Rivoli. Abita a 20 km da noi e ci diamo un gancio a Lucca. Tutt’apposto presidente, avanti così.

Insieme a lui finiamo il giro pomeridiano, andando ad ammirare magnifici stand che.. ah, no, non non avevamo il biglietto.

Il concetto di rotolamento contiene bene l’essenza del pomeriggio, dopo il pasto. Tra momenti di riposo tattico e peregrinazioni il pomeriggio è volato via e col suo termine ci siamo accomiatati dalle attrazioni della città.  Da Lucca ci siamo trasferiti a Montecatini Terme. Non so bene come sia andato il viaggio perché mi sono addormentato.

Il Lucca Comics e il Ristorante Sant’ Elena.

Sarà l’avanzamento della vecchiaia ma per noi ormai il viaggio per Lucca implica un passaggio forzato al ristorante Sant’Elena. Sapete, gli anziani hanno bisogno di una loro routine e qui, Albi a parte, siamo già tutti sul lato sbagliato dei 20.

Vi farei vedere volentieri delle foto, ma purtroppo eravamo piuttosto impegnati a fare onore alla cucina. Nemmeno il tempo di cercare How to Instagram che il cibo era sparito dal tavolo. Sulle note leggermente tanniniche, che si affinano col tempo per diventare morbide e vellutate* abbiamo deciso di tornare verso l’hotel, inconsapevolmente diretti verso la rappresentazione del paradiso, trasformato in un dosso stradale. Era così perfetto che prima di arrivare in Hotel lo abbiamo ripercorso quattro volte. Ognuno si diverte come può.

Vi vorrei raccontare storie di pigiama party e racconti piccanti da collegiali, ma penso che violerei più policy di quelle infrante da Harry Potter mentre decideva di entrare nella Camera dei Segreti. No, non quella che pensate voi. Quello è un altro tipo di crimine.

  La domenica a Lucca.

Albi ha capito tutto dalla vita. Io non devo più bere birra che poi finisco abbracciato a Darkman.
Foto by Koclife, collage by Albertbucker.

Dopo una delle peggiori colazioni mai sperimentate con tanto di Mr Muscolo idraulico gel spacciato per succo ACE e una macchina per pancake che mi ha preso per il culo per 20 minuti siamo tornati in quel di Lucca. L’idea era di girare per un buon numero di stand tra i più rinomati. Alla fine abbiamo passato la mattinata tra i tendoni di nVidia e Blizzard, a sbavare sui rig con le nuove RTX e sui gadget di Overwatch. Dopo aver sbancato i challenge alla Locanda di Heartstone (grazie Uzagh) ci siamo rifugiati in un bar.

Una pizza calda, una cameriera cordiale e la possibilità di sederci e lavarci le mani. Ci è sembrato di rinascere. Si, ho già detto che siamo diventati vecchi. Dal nostro angolo di paradiso abbiamo potuto godere dei figuranti che sfilavano, valutando la qualità dei costumi in termini aulici e assolutamente non sessisti. Noi siamo dei signori.

Ritrovato Uzagh abbiamo puntato diretti verso la cattedrale sconsacrata, per andare a godere delle poltroncine imbotti… dello show di Destiny 2, anche se siamo arrivati tardi, trovando nulla se non il piacevole afrore lasciato dalla squadra incaricata di svuotare i Sebach in dotazione all’evento. Non è stato bello. Per citare Tommy Lee Jones ” …  è uno dei 100 ricordi che non voglio portare con me …”. Non sono mai stato nello stomaco di una blatta spaziale, ma credo che questo ci si avvicini parecchio.

Bye Bye Lucca. E’ ora di tornare a casa che domani si lavora.

Birra su tela, Lucca, 2018. Foto by Koclife.

The time has come. Putroppo tutte le cose belle volgono al termine. Quasi come i film di De Sica. In teoria avremmo voluto fare una partenza intelligente, in verità abbiamo fatto due ore di coda in compagna di Juan Carlos e di Bo. Juan Carlos crediamo sia una persona, Bo potrebbe essere un cane o un coniglio. Grazie per averci tenuto compagnia dal lunotto posteriore di una Modus. Senza di voi saremmo impazziti. Io ci sono andato vicino: se non ci credete chiedete a Peine del succo d’anatra. Meno male che eravamo in coda altrimenti il rischio di finire giù da un ponte sarebbe stato elevato.

Il nostro viaggio si è concluso a Sant’Ilario. cioè, all’Autogrill di Sant’Ilario. Dopo uno spuntino di mezzanotte ci siamo separati, seguendo strade diverse fino a casa. Sulle note di ” … You say no no no / I say Don Perignon … ” abbiamo fatto gli ultimi 100km verso casa. Cioè, noi abbiamo fatto 100km, il povero Albi è dovuto andare ancora fino a Rivoli in Pandino.  Speriamo sia sopravvissuto.

Il prossimo anno magari riusciremo anche a noleggiare un Ducato per andare tutti insieme se ci abbassano un po’ la franchigia. Nel dubbio continuate a seguirci, qui e sui social.

Ready to dominate. Ready to drink.

 

– Evo –

 

 

*Ho dovuto cercarlo su Wikipedia.
** La paninoteca. E’ un obiettivo anche quello.

 

 

 

Capo Redattore

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