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29-30/10/2016

29-30/10/2016

Incredibile. Scopri anche tu cosa è successo a questi cinque ragazzi.

Sono le 5:00 del mattino. Un suono acuto mi strappa dal limbo in cui stavo galleggiando. “Pacco, è ora di andare”.
Ci trasciniamo in cucina e sentiamo il rumore dell’auto di Giokawa che è arrivato a prenderci. Poco dopo la faccia di Krez spunta nel buio, con modi gentili estrae Pakken dal sedile anteriore della Giulietta e lo fa accomodare dietro. Ci dirigiamo così a caricare l’ultimo membro della nostra crew prima di imboccare l’autostrada e puntare come missili dritti su Lucca in direzione del 50° Lucca Comics and Games.

La monotonia della notte in autostrada viene alleviata dal nostro mixer personale: Dj Krez. Con la sua sapiente gestione della playlist di Spotify appositamente creata, ci regala perle di dance anni ’80 e ’90 mentre Koc ci mette del suo distribuendo i dolci che si è premurosamente portato da casa. Pakken sonnecchia ed io mi porto avanti col lavoro già immaginando nella mia testa come iniziare questo articolo.
L’alba ci colpisce all’improvviso durante la sosta colazione ad un Autogrill in Liguria: la tradizione reclama una colazione internazionale a base di muffin e panini alla cotoletta scaduti nel 1996 condita con succo d’arancia ed un Gratta e Vinci da 5€.
La sorte arride solo a me ed a Krez che ci ritroviamo in mano una piccola fortuna; Krez decide di reinvestire il suo montepremi sentendosi ispirato e punta al colpo grosso: con fare da Playboy consumato si avvicina alla cassiera, appoggia un gomito al bancone e le sussurra: “Dammene uno da 10€, quello coi soldi però”.
Alla fine dei giochi l’unico che esce da li con qualcosa sono io che, da gran rapace dell’economia, veleggio verso rosei orizzonti a +5 rispetto agli altri.

Una volta passati gli Appennini le due orette di macchina che ci avanzano passano in fretta e alle 09:45 circa siamo a Lucca. La rugiada bagna ancora l’erba che circonda il nostro parcheggio, ma nella cittadina c’è già un notevole movimento: gruppi di persone si avvicinano alla spicciolata alle biglietterie sparse al di fuori delle mura. Spunta la prima di innumerevoli Harley Quinn in shorts inguinali e mazza da baseball. Dopo esserci persi perché Krez conosce la strada (due volte) riusciamo ad incastrarci nella coda giusta per entrare nella cittadella ed essendo l’unico con uno zaino vengo giustamente perquisito da un esponente del corpo forestale dello stato tra le amene risate dei miei compagni di viaggio.

Siamo finalmente dentro la fiera: la prima tappa la facciamo al padiglione della Sebach.dsc_0006
Subito dopo la giusta fermata ai bagni ci infiliamo nei padiglioni di fronte a noi: dopo due passi tra la gente intenta a provare Ride 2, tra scaffali colmi di prodotti Nvidia, ci dirigiamo verso un grosso edificio alla nostra destra all’interno del quale vengono intervistati alcuni giocatori di League of Legends. Tra le persone accalcate si vedono i primi veri cosplayer: una sirena ed un ibrido meccanico si fanno fare fotografie circondati da alcuni ninja e dall’immancabile coppia di Joker e Harley.

Seguendo un po’ la massa ci spostiamo sulla cinta muraria per andare a vedere alcuni banchetti di merchandising vario ed una parata di cosplayer di Star Wars. Destreggiandoci tra il fiume di persone che in meno di un’ora ha riempito la città proseguiamo nel nostro giro fermandoci, di tanto in tanto, a fare qualche foto e a guardare i gruppi di figuranti a tema che sfilano.

Dopo i primi km percorsi sulla cinta della città ci tuffiamo tra i vicoli, in cui ci si muove a stento, per raggiungere il padiglione dedicato a videogiochi, giochi da tavolo e merchandise vario.
Entrati nel tendone veniamo investiti in sequenza da ondate di calore ed ormoni da teenager. Il numero di persone è tale che per avvicinarsi ad un banco e poter vedere la merce è necessario sgomitare, per cui lanciamo occhiate superficiali alla merce esposta fermandoci solo allo stand di Nvidia per valutare i PC esposti ed allo stand 2K dove Krez e Giokawa si sfidano a NBA 2k17. Giokawa è in netto vantaggio quando decidono di allontanarsi con Krez che borbotta “Si si, sono tutti bravi a mettere solo tiri da 3…”.

Una volta usciti sono due gli argomenti di conversazione importanti: quanto è buona l’aria fuori dal tendone e, last but not least, dobbiamo decidere dove fermarci a mangiare.
Quesito non di poco conto se si considera la quantità di persone che avevano cominciato a dedicarsi alla medesima ricerca intorno a noi. I più avevano optato per l’acquisto di confezioni di noodles precotti che, solitamente acquistabili a 1,30 € in qualsiasi supermercato, venivano venduti a 5 € con acqua calda a parte e li si poteva osservare mentre, accampati tra le transenne ed i gabinetti pubblici, li consumavano.
Per fortuna il primo a riprendersi da un così triste scenario, a cui ci stavamo quasi per abbandonare, è stato Krez che, prendendo in mano situazione e mappa della città, ha esordito con un “Seguitemi, so io dove andare”.
Solitamente una tal premessa non può che portare ad un esito disastroso, ma in 20 minuti eravamo tutti seduti in una tranquilla piazzetta a gustare degli ottimi panini e senza aver sbagliato mai strada. Sembrerebbe tutto perfetto, vero? Insomma, ogni tanto qualche ingenuo si illude che le leggi di Murphy non siano sempre in agguato, ma tali soggetti non hanno idea dell’errore che commettono nel sottovalutare il potere della sfiga.
Nella piazzetta bagnata dal sole ad un tratto 1,90 m di Krez si alza, si guarda intorno spaesato, e proferisce: “Oh Raga, ma dov’è il mio panino?”. Un secondo di gelo si abbatte su tutti noi; il sole improvvisamente si fa meno caldo.
Con gli occhi di tutti puntati addosso, compreso uno stupito Capitan America un po’ sovrappeso, il buon Krez accetta la strada che il Destino ha voluto fargli imboccare ed accompagnato da un paio di Hobbit e dalla versione scadente di Hermione Granger imbocca il viale lastricato che lo condurrà nuovamente alla panetteria e ad un incerto futuro.

Una volta che tutti noi siamo riusciti a mangiare è il momento di andare ad assistere ad una competizione di Overwatch organizzata da ESL in una basilica sconsacrata nel centro di Lucca.2016-10-29-photo-00000105

Abbiamo modo di vedere una delle due semi finali e, più nello specifico, con il team guidato dall’italiano Carnifex contro la squadra dell’olandese TwoEasy. Se ci avessero permesso di giocare avremmo potuto insegnare loro cosa significa essere davvero dei Pro, ma poiché la lega desiderava mantenere un livello di competizione equilibrato tra le squadre il nostro team mono Bastion non è stato accettato. Ci ritroviamo quindi come i vecchi di fronte ai cantieri: a scuotere la testa e a lanciare suggerimenti ai malcapitati operai al fine di migliorarne la resa.

Per evitare la ressa delle persone che tutte insieme abbandonano la fiera, al calare del sole alle 16 circa, ci avviamo verso l’auto, direzione Montecatini Terme, dove abbiamo prenotato l’Hotel per la notte.
Mezz’ora di auto più tardi, finalmente, possiamo lavarci di dosso la giornata ed usufruire di una Toilette libera dall’odore di fossa comune che contraddistingueva quelle presenti in fiera sin dalle 10 del mattino. (Si si, noi scherziamo, ma il buon Pakken poteva morirci dentro a quel cesso).
Dopo una meritata pausa a vegetare sul letto e riprenderci tiriamo fuori i vestiti eleganti (Non io. Io sono un poveraccio) e ci imbarchiamo alla volta del vero obiettivo del week-end: sono tutti bravi a fare un #RoadToLucca per la fiera, ma solo i veri uomini fanno 800Km per un buon filetto al pepe verde.

Percorsa una stradina sperduta viene alla luce il primo vero problema del week-end: non faccio nomi, ma una persona ha compiuto un clamoroso errore nel gestire la nostra prenotazione per cui anziché apprezzare il cibo da una meravigliosa terrazza siamo stati sistemati, come i plebei qualunque, nella sala principale del ristorante. Ora, non stiamo qui ad addossare colpe a nessuno, però la prossima volta prenoterà qualcun altro. Il locale da fuori sembra un po’ dismesso, ma il parcheggio completamente pieno fa presagire i miracoli che avvengono in cucina: il profumo che si sente appena entrati conferma appieno l’impressione avuta.

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Il menù è interessante, ma prima di decidere ascoltiamo i consigli dei due veterani Pakken e Krez. Assaporando un ottimo Chianti facciamo le nostre ordinazioni e, per le successive due ore, l’unica cosa che si sente è il raschiare delle posate e il delicato tintinnio del cristallo chiamato in causa sempre più spesso grazie ad un numero via via crescente di brindisi.

Per farvi capire la meraviglia del cibo servito in quel locale avrei voluto usare alcune altre foto scattate durante serata, il problema è che sarebbero poco compatibili con il nostro obiettivo di continuare a mantenere una dignità; vi basti sapere che su un cellulare è presente un video in cui dimostriamo le nostre capacità canore a ritmo di famose canzoni italiane che definirei, diciamo, vintage.
Mi sarebbe piaciuto inoltre raccontarvi di un prosieguo di serata da veri macho terminato con splendide bellezze nordiche e Dom Perignon, ma la verità e che una volta tornati in Montecatini le uniche cose che abbiamo visto sono stati i nostri letti dall’interno: dopo 19 ore e più di 10 km percorsi a piedi saremmo stati perfetti come zombie per una puntata di The Walking Dead.

Sorvolerei sulla descrizione della notte perché, a meno che siate dei voyeur con la passione di osservare nell’ombra le persone che dormono vicino, queste ore non sarebbero di vostro interesse. Ci ritroviamo tutti insieme al tavolo del buffet dell’albergo che ci regala una scelta di piatti salati e di dolci piuttosto interessante: dopo un inizio non proprio esaltante dove un educato fruitore di tal buffet si porta via sotto i nostri occhi tutto il vassoio del bacon (personalmente ti auguro ogni male di questo mondo, ma con affetto), riusciamo ad immagazzinare abbastanza energia per il secondo round.
Fatto il pieno ci dirigiamo verso Lucca per girare tra i padiglioni dei venditori presenti alla fiera. La scelta era una delle più ampie mai viste, superata in varietà dallo store digitale di Amazon (mi rendo conto che è un paragone stupido, ma mi mancano i riferimenti oggettivi, essendo questa la prima fiera a cui partecipo); il contro più evidente era caratterizzato dal fatto che era necessario farsi largo con le brutte maniere per poter fendere il muro di persone palpitanti e poter arrivare a portata della merce esposta.
Di noi l’unico tanto temerario da fare acquisti è stato il buon Koc desideroso di poter portare un piccolo presente ad una donzella a lui cara: sfidando le avversità poste sui suoi passi sotto forma di commesse scorbutiche, branchi di ragazzini vocianti, trentenni sudati e promoter riesce a tornare da noi vittorioso. Quest completata, GGWP.

Purtroppo la fiumana di persone che ha accompagnato il team di Feliznavidad per le vie della cittadella lo ha costretto a cambiare in corsa i propri piani impedendogli di accedere a tre dei padiglioni più importanti a causa della fila: davanti all’ingresso del solo stand della Fox si poteva trovare così tanta coda che gli ultimi della fila avevano con se l’attrezzatura da campeggio pronti a resistere ai pericoli ed agli animali notturni del centro di Lucca.

Purtroppo tutte le belle storie hanno una fine e questa non fa eccezione per cui, guardato l’orologio e fatti due rapidi calcoli, decidiamo che sarebbe stato meglio cominciare ad avvicinarsi all’auto anche perché ci vuole comunque del tempo per ripercorrere i 400 km necessari a riportare a casa tutti noi.
Fatta un’ultima passeggiata sul muraglione perimetrale e passati gli ultimi minuti tra i cosplayer della Umbrella Italian Division arriviamo al parcheggio. Seduti in auto rimuginiamo sul fatto che la fiera ci ha assorbito in modo tale che sembra passata una settimana invece delle misere 30 ore che abbiamo in realtà impiegato.
Il motore diesel ci guida verso casa e, appena voltiamo le spalle alla città e imbocchiamo l’autostrada, il suo morbido vibrare ci culla in un sonno leggero (per fortuna non tutti, sennò difficilmente sarei seduto qui alla mia scrivania a scrivere tutto ciò) ed io faccio in tempo a svegliarmi giusto in tempo per vedere il navigatore farci sbagliare strada portandoci sulla sopraelevata che taglia in due Genova.
Senza ulteriori inconvenienti, se non si considera il gesto atletico con cui Pakken in Autogrill versa ovunque il suo caffè, arriviamo a casa sani e salvi con una leggera malinconia pensando che tutti i week end dovrebbero essere come quello che ci stiamo buttando alle spalle.
La nostra avventura termina qui; ringrazio chiunque abbia avuto la pazienza di rimanere a leggere questo articolo fino in fondo. Sicuramente non sarà l’ultima volta che ci cimenteremo in una impresa simile per cui fidelizzatevi a questo sito e tornate per leggere i resoconti di tutte le nostre attività.

-Evo-

 

Capo Redattore

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