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Il gamer

Il gamer

Alla tua età stai ancora davanti ai videogiochi?” è la domanda più frequente che viene posta quando si tratta l’argomento.
Sempre. Vedi quei pensionati che bestemmiano giocando a briscola? Diventeremo così, solo che invece delle carte avremo in mano un controller.” è la tipologia di risposta che viene pronunciata, con un tono tra il provocatorio e lo speranzoso. L’unico vero problema potrebbe essere l’artrosi, ma verosimilmente si troverà una soluzione accettabile.
Il gamer (quello vero, non il poser) se ne frega. Ogni forma d’arte ha i suoi estimatori, ogni forma d’arte ha i suoi detrattori. E gli estimatori sono consapevoli che i detrattori semplicemente non comprendono. Certo, può essere difficile da accettare l’esistenza di chi non comprende la bellezza e la profondità di questo mondo, ma finché ciò non comporta un ostacolo non è un problema.
Che importa del resto quando tutto ciò che ti interessa in quel momento è l’emozione. Gioia, paura, rabbia, ansia, stupore, tristezza. Tutto condensato in una manciata di 0 e 1 opportunamente messi in fila per poterti regalare un momento di vera libertà.
Viviamo vite potenzialmente prevedibili e ripetitive, e non tutti i giorni è semplice riuscire a nutrirsi di emozioni davvero rilevanti. Come il lettore di un libro riesce a teletrasportarsi in qualunque posto, non necessariamente reale, così il videogiocatore può vivere storie epiche, visitare mondi incredibili e simulare realtà che non potrebbe altrimenti vivere.
Non è vero che il gamer non è in grado di apprezzare la realtà fuori dalla finestra. Semplicemente, il gamer ha una finestra in più attraverso la quale guardare. E qualunque sia la fila di 0 e 1 che avrà deciso di caricare quella sera, vivrà qualcosa che potrà renderlo più ricco.
Così, tra chi non comprende e chi giudica, tra chi lo reputa un pericolo e chi crede sia qualcosa di infantile, il videogiocatore preme start e inizia una nuova partita. Dal retrogamer al patito del 1080p a 60 fps, dall’assemblatore di PC al fanatico delle console, dall’asociale in single player all’esclusivo dell’online, l’importante è trovare il tempo di farsi una partita, e magari trovare ogni tanto il tempo di scannarsi su quale sia il miglior genere o titolo videoludico mai esistito.
E poco importa se sembreremo infantili o alienati, perché chiunque, in fondo, vorrebbe riuscire ad essere come Peter Pan.

Old computer games couldn’t be won. They just got harder and faster till you died. Just like real life.

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